Jules

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lunedì 10 marzo 2014

Crocerossine sadiche, ubriachi e balli di gruppo



Ho visto gente per cui il massimo della trasgressione è dare feste a base di Fanta, Sprite e Coca Cola. Per loro scrivere i nomi col pennarello indelebile sui bicchieri di plastica è un’emozione unica.  Ho visto gente per cui il massimo del divertimento è bere fino a stare male, per poi umiliarsi dicendo e facendo cose che il giorno dopo si ricorderanno solo tramite i racconti degli amici. Le amnesie da alcool piano piano li trasformeranno in persone divise a metà:  una parte vive le follie della sbronza, l’altra i sensi di colpa del giorno dopo, osservando gli occhi che diventano sempre più gonfi e il viso che diventa sempre più sfatto. Gli amici, in apparenza solidali e condiscendenti, sono in realtà soddisfatti di vedere qualcuno andare alla deriva, ma nonostante il malato giovamento che ne traggono, incominceranno a sparlare loro dietro etichettandoli come persone incapaci di gestirsi. Dentro di se pensano: “ Meno male che esiste qualcuno così ingenuamente confuso e autodistruttivo…come farei ad alimentare il mio ego di crocerossina salvatrice se non ci fosse?”  Non so chi sia più disperato:  l’ubriacone amante degli eccessi o il sobrio finto salvatore, che in realtà riesce a mantenere un buon livello di autostima, solo osservando qualcuno a cui stanno pian piano cadendo le braghe? L’ubriacone almeno decide di non essere completamente lucido nel suo disagio, in lui vi è la consapevolezza inconscia di star passando una fase, e che in quanto tale, in un modo o nell’altro avrà una fine. Il sobrio sadico invece è uno che ha gettato la spugna, e ha accettato la sua disperazione come normale condizione quotidiana. Accipicchia. Ho anche visto gente per cui il massimo della vita è fare il karaoke e lanciarsi in balli di gruppo, come pensionati annoiati in un villaggio turistico che vedono un libro di Bukowski, un viaggio avventuroso, della musica, dei giochi erotici o una sincera e sana chicchierata con un amico come qualcosa da cui scappare, qualcosa per cui non vale la pena di rischiare, qualcosa di sporco, umiliante, che rovina la reputazione, qualcosa carico di peccato, originante milioni di sensi di colpa. "Ragazzi…stasera balli di gruppo…su su che ci sfoghiamo un po'! Dai Ragazzi, venite che c’è anche il Don!!" Poi pizzata tutti insieme parlando di quanto sarebbe bello se aprisse un punto vendita Kiko sotto casa, o del fidanzato che dedica troppo tempo al proprio lavoro, o di sogni utopici inventati al momento per evitare noia e silenzi imbarazzanti. Ho visto gente per cui il massimo della vita è soffocare i propri istinti, mentire a se stessi a favore della facciata da mantenere, evitare di ascoltare i propri veri bisogni per paura di essere considerati persone poco in gamba, fino a diventare uno, nessuno e centomila, senza certezze, senza sicurezze personali, solo una marea di conferme o rifiuti provenienti dall’esterno. Dentro di sé, il deserto del Sahara. Ho visto gente che per non essere giudicata ha smesso di parlare di sé, provocando un clima di omertà fra le persone delle loro cerchie, e conseguenti pettegolezzi riguardo i numerosi taboo che paradossalmente TUTTI notano. E' paragonabile all'utilizzo del centro di una piazza come nascondiglio, convincendosi che gli tutti gli altri siano diventati improvvisamente ciechi o il proprio corpo invisibile. Ho visto gente lasciarsi andare, convinta di non essere all’altezza di qualcosa pur essendolo, per poi lamentarsi delle conseguenze dell’essersi lasciata andare reagendo lasciandosi andare ancora di più.  Poi ho visto gente rendersi conto di stare vivendo tutto questo, e lottare ogni giorno per uscirne. La consapevolezza è un’arma a doppio taglio: se ci si gira attorno diventa la causa del malessere più nero, se spinge al cambiamento ne diviene la cura. Due facce della stessa sottilissima medaglia. Gente, aiuto! Si salvi chi può!

3 commenti:

  1. Ho sto persone che sanno cosa vogliono, l'hanno sempre saputo ma quando devono prenderselo non sanno se è quello che vogliono e hanno sempre voluto o solo il profilo dietro al quale si nascondono per poter dire "io non sono uno dei tanti confusi sulla vita che ci sono in giro". Ecco i re dei confusi, ma tanto non ne sono consapevoli....!

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  2. Un'analisi fredda e distaccata come una lama d'acciaio. Sensibilità oltre il normale nel cogliere tutti gli aspetti dell'umano. Complimenti!

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